Questo lo scenario politico che appare all’indomani della bocciatura al Senato dell’emendamento sul terzo mandato e a poco meno di 48 ore dal voto alle regionali in Sardegna.
Il voto contrario del PD non è andato giù ai bonacciniani, i quali sostengono che l’accordo preso “illo tempore” in direzione PD non salvaguarda l’unità del partito.
Bonaccini, da cauto statista qual è, già sconfitto alle primarie da Schelin un anno fa, ha sempre evitato ogni scontro diretto. De Luca ed Emiliano potrebbero far fronte comune per una “rottura interna”, che vedrà sicuramente come porta bandiera il governatore De Luca, giusta protesta denominata ormai “la rivolta degli amministratori”. Attualmente però, tutti fanno finta di niente e preferiscono non sbilanciarsi.
Da parte sua, Matteo Salvini prende atto degli unici quattro voti favorevoli e si gusta un caffè salato, ma assicura che ciò non impatterà sulla stabilità del governo.
La Premier Giorgia Meloni invece, ricorda che ” il terzo mandato, non era inserito nel programma di Governo” e si limita ad essere una “accorta spettatrice”, pur continuando nei fatti a distribuire le carte.
In vista delle prossime regionali lucane, Tajani e tutta Forza Italia continuano a sostenere l’inamovibilità dell’attuale governatore forzista Vito Bardi, uomo capace di fare sintesi nella coalizione di centrodestra, ed asseconda ogni richiesta del partito della Premier, mentre Pepe, fedelissimo di Salvini, si ritiene pronto a candidarsi a Presidente della Regione Basilicata, certo però che la coalizione saprà scegliere al meglio per il territorio e per i partiti. Ancora pochi giorni e anche questo nodo verrà sciolto.