Avanti con Chiorazzo, nonostante il veto dei 5 Stelle. Ma nel Partito Democratico volano stracci. È una situazione delicata e critica quella che si vive all’interno della coalizione di centrosinistra nella ricerca di un candidato presidente per la regione. La spaccatura interna, focalizzata su Angelo Chiorazzo come possibile candidato, ha messo in luce divisioni profonde all’interno del partito, e potrebbe portare anche a pesanti conseguenze.
L’ultima concitata direzione Lucana, svoltasi sabato scorso e durata sette ore, ha sprigionato tutta la tensione che regna nel Partito, che neanche la presenza dei delegati della segretaria Schlein da Roma, Taruffi e Baruffi è riuscita a smorzare, al punto che i due dirigenti hanno abbandonato l’incontro tra urla e parole pesanti.
Da un lato, c’è una parte forte nel PD, capeggiata dall’ex ministro Speranza, che sostiene fermamente Chiorazzo come candidato ideale. Tuttavia, questa posizione viene contrastata dal veto dei 5 Stelle, il che complica ulteriormente la situazione. La divergenza di opinioni e la mancanza di un consenso interno stanno mettendo il PD in una posizione estremamente vulnerabile, e il rischio di correre da soli per la tornata elettorale lucana del 21 e 22 aprile diventa davvero reale e concreto.
Le conseguenze potrebbero in primo luogo paventare lo spettro di un commissariamento del partito, dovuta all’incapacità di fare quadrato sulla scelta del nome del candidato, e in secondo luogo, compromettere seriamente le prospettive del partito alle prossime elezioni regionali.
Infatti, la mancanza di unità all’interno del PD aprirebbe la strada per la vittoria del centrodestra, che acquisirebbe un forte sostegno dell’elettorato e aumenterebbe così le possibilità di vittoria.
Questa situazione di stallo preoccupa non poco i vertici a meno di venti giorni dalla presentazione delle liste. Il partito è chiamato a una sfida difficile, e il tempo per trovare unione stringe. Serve una soluzione rapida ed efficace per appianare le divergenze e arrivare pronti e coesi alla difficile competizione elettorale.
