Ripartiamo dal principio.
Dicembre 2023, Chiorazzo ufficializzava la sua candidatura alla presidenza della Regione.
Chiorazzo proviene dal mondo dell’associazionismo, espressione della società civile, vicino al già Ministro della Salute.
Inizia un lavoro meticoloso, da dicembre a marzo gira in lungo e in largo tra i paesi lucani.
Minuziosamente tesse relazioni con buona parte della galassia di partiti e movimenti civici vicini all’area dem. Abile stratega, trova equilibri complessi– non senza difficoltà – anche tra vari “Baruffi” e “Taruffi”.
Responsabile, costretto però ad indietreggiare pochi giorni fa a causa di “veti incrociati” relativi a possibili conflitti di interessi (sanati però ancor prima della nascita).
I dissapori interni tra le varie aree dem, il veto miope dei 5 stelle, i rapporti “offuscati” con Azione e la precoce cecità di Italia Viva quasi con il centrodestra fanno spuntare il nome di Lacerenza, brillante oculista, chiamato a stabilizzare (a sua insaputa) un paziente con un quadro clinico complesso. Ma i miglioramenti al campo visivo non ci sono e Lacerenza fa un passo indietro.
De Filippo e Speranza rispolverano le loro corpose agende per cercare un geriatra, ma niente, tutto tace.
I 5 stelle si defilano, meglio miopi che ciechi, Italia Viva perde del tutto la vista e i dem forse rivedono l’amore con Marcello Pittella.
Dopo tutto questi Baruffi, cosa accadrà?
Azione ufficializzerà la sua presenza nella sua “casa”? Possibile.
D’altronde Pittella è un Uomo, non trasforma ogni discussione in una lotta di supremazia, e un passo indietro (o forse in avanti) potrebbe riproporre l’unione.